sabato 2 febbraio 2013

Ho avuto un emigrante in famiglia


Ho avuto un emigrante in famiglia, per l'esattezza mio padre, partito per la Germania Federale nel 1965, passato per Monaco, Dusseldorf, Colonia, ed infine per il cantone Sciaffusa in Svizzera. Per tornare in Italia nel 1973.
Anni ed appartamenti condivisi con altri Italiani come lui: Siciliani, Veneti, Calabresi. Quante storie si celavano dietro le tute sporche di migliaia di operai: c'era quello con moglie e figlio appena nato rimasti a Matera; quello che invece la moglie se l'era portata ed appena messo piede in terra germanica gli aveva fatto le corna; quello che si prese una brutta malattia venerea o quello delle Marche che faceva il comunista emancipato e poi venne messo dentro perché picchiava la fidanzata tedesca.
Storie che strappano spesso un sorriso, ma a cui si affiancano scorci più tristi di quella vita, fatta anche di discriminazioni verso un popolo considerato "arretrato", "sporco", "violento". Sì, negli Stati Uniti, in Germania, Francia, Australia e Svizzera, c'era una parte di popolo che diceva degli Italiani quello che oggi noi diciamo di tanti stranieri che vivono e lavorano in Italia. Ci volevano castrare, appendere nella pubblica piazza. In Australia una volta diedero fuoco a tutte le case abitate da Italiani in un'intera città. La sorte di Sacco e Vanzetti è molto più nota.
I racconti di mio padre, che visse in terra straniera comunque con serenità conquistando con onestà la fiducia dei "padroni di casa", hanno forgiato ed alimentato la mia fede Europeista ed internazionalista.
Provo profonda tristezza nel notare quanto qualunquismo xenofobo, quanto conformismo dell'odio si nasconde dietro le coscienze di molti: sentimenti a costo 0, figli della pigrizia mentale con cui ci si espone sui social network.
Nella efficacissima definizione di Ur-Fascismo, o "fascismo eterno", Umberto Eco pone un accento particolare sul cosiddetto principio del "populismo qualitativo", secondo il quale la risposta emotiva (anche minoritaria) di un gruppo di cittadini viene proclamata "voce del popolo". Come dire, 1000 tweet o 100 "Mi piace" a un post razzista sull'ultimo fatto di cronaca diventano la "voce del popolo".

"Bisogna creare uomini sobri e pazienti, che non disperino dinanzi ai peggiori orrori e non si esaltino ad ogni sciocchezza. Pessimismo dell'intelligenza, ottimismo della volontà" - Antonio Gramsci